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lunedì 29 agosto 2016

Con un superlativo Memo Remigi

GRAN GALA' A MARTINA FRANCA PER GLI OTTANT'ANNI DE "LA ROTONDA". ORGANIZZATORE E ANFITRIONE UN VULCANICO ANTONIO RUBINO,  DIRETTORE DI "PUGLIA PRESS".
HA RESUSCITATO LE ATMOSFERE PIÙ SUGGESTIVE DEL LOCALE, DOVE SI ESIBIRONO NOMI CELEBRI DELLO SPETTACOLO, DA MINA A MILVA, A MODUGNO..."QUI FIORIRONO AMORI E GRANDI AMICIZIE", HA DETTO, RACCONTANDO FATTI E PERSONAGGI.


La Rotonda



Franco Presicci                   

Festa grande il 20 agosto nella villa comunale di Martina, per gli 80 anni della Rotonda. Dame in abito da sera; cavalieri con il “papillon”; “hostess” deliziose che portavano sulle tavole mozzarelle e capocollo accompagnati da Primitivo di Manduria. La sera era calma, nemmeno un alito di vento. A un passo dall’ingresso ho intravisto Memo Remigi a colloquio con una signora di un paio di anni sopra i quaranta sorridente e affascinante.
Remigi con una fanciulla
Il cantante non è cambiato molto dall’ultima volta che l’ho incontrato, per un’intervista, nei primi anni ‘60. Mi ha scrutato, non mi ha riconosciuto. Quando l’interlocutrice lo ha salutato, accingendosi a scendere uno scalino attenta a non incespiscare per il vestito lungo, mi sono presentato; e lui mi ha abbracciato. ”Scusami non mi ricordavo di te”. “Fra le tante persone che ti hanno applaudito, fra le valanghe di ‘fans’…è normale. E poi, dopo tutti quei lustri…”. E mi ha raccontato che dopo la chiusura in Galleria del Corso, a Milano di tutte le case discografiche “mi sono trasferito a Varese, città tranquilla, ricca di verde e di attrattive”. Da quelle parti ha conosciuto anche Piero Chiara (“Il piatto piange”, “La stanza del vescovo”…), che stava a Luino. Nel ’70 lo scrittore mi ricevette a casa per una conversazione per “Play Boy”, allora diretto da Paolo Mosca, che veniva dalla plancia de “La Domenica del Corriere” e guidava anche “Novella 2000”, al posto di Paolo Occhipinti trasferito a “Oggi”.
Francesco Lenoci
 E’gentile, Memo. Cordiale, spiritoso, simpatico, pronto alla battuta garbata e divertente. Ogni tanto tentava di bloccare Antonio Rubino, direttore del periodico “Puglia Press”, presentatore e organizzatore della manifestazione, che gli rispondeva interrompendo il suo girotondo fra un tavolo e l’altro. Accanto a noi, Francesco Lenoci, docente alla Cattolica di Milano e autore di una trentina di libri di economia, che si mostrava entusiasta di Memo: “Con tutto il successo che ottiene ovunque è alla mano, ti tratta come se fossi suo amico da sempre”. E dopo una prima chiacchierata con lui si è rivolto a me per saperne di più. E’ nato a Erba nel ’43, è figlio di un industriale della Brianza, la sua prima canzone è “Innamorarsi a Milano”, che tenne a battesimo Telemilano58, la mamma di Canale 5.
I Prisma
Fra le sue più belle “La notte dell’addio” e “Cerchi nell’acqua, motivo del film “Vivere per vivere”. “E’ una persona straordinaria” - il suo commento - mentre Memo osservava gli ospiti e sfiorava la cantante de “I Prisma” che già dominava il palcoscenico. Sorseggiava un bicchiere di vino e Francesco, “patriae decus” di Martina e legato come pochi alla Valle d’Itria, lo esortava ad assaggiare il capocollo, “che è una prelibatezza, uno dei vanti di Martina”. L’artista è già stato altre volte in questo angolo di paradiso e l’ha già visitato stupito dai trulli, dal barocco, dal centro storico. Ha anche apprezzato, oltre che i colori, i sapori. Che più? Ah, il calore della gente.
Memo Remigi al pianoforte
 Rubino continuava a galoppare e, tenendo in mano come uno scettro il microfono, raccontava un po’ la storia de La Rotonda, accennando ai suoi giorni più belli. Coinvolgeva Benvenuto Messia, poeta, veterano dell’obiettivo fotografico, attore, ciclista, più anziano di tre anni della festeggiata; mitragliava domande a destra e a manca, scovando più d’un frequentatore de La Rotonda di una volta in vena di far fluire i propri ricordi. Qualcuno alzava il dito per richiamare la sua attenzione e lui non si lasciava sfuggire l’occasione: “Porti il suo contributo, dica, dica; ecco, parli nel microfono, così la sentono tutti”.
“Nel ’58, dopo che in coppia con  Johnny Dorelli aveva vinto Sanremo con ‘Nel blu dipinto di blu’, qui vedemmo volare Domenico Modugno, celebrato in tutto il mondo. Era accompagnato dalla moglie Franca Gandolfi. Ma c’era già stato prima di quel trionfo”. Lo dice quasi commuovendosi.
   La lista dei cantanti che sono passati da qui è molto lunga: va da Teddy Reno a Rita Pavone; da Ornella Vanoni a Patty Pravo; da Sylvie Vartan a Milva, a Fred Buongusto, al Quartetto Cetra, a Dalida … Non mancarono Raimondo Vinello, Gianni Ravera, Gloria Christian... Rubino aggiungeva dettagli, rievocava gli anni 50, esponeva fatti, precisava, sottolineava, chiosava, indicava la giornalista Evelina Romanelli, discreta, raggiante nel suo vestito confezionato in una “boutique” di classe.

  A un tavolo vicino al mio tre o quattro signori si scambiavano i ricordi: “Durante i balli i giovani impegnavano il fotografo per immortalare l’amore appena sbocciato.
Remigi con Evelina Romanelli
  La Rotonda era il luogo preferito da tanti, che venivano anche da altri centri della Puglia”: da Bari, da Taranto, da Brindisi, da Putignano, da Alberobello…. A far lampeggiare il flash all’epoca c’era anche Benvenuto Messìa, neofita promettente. Sollecitato da Evelina, che su “Puglia Press” ha descritto le vicende de La Rotonda fin dalla sua nascita, ha confidato che “essere lì dentro mi dava la possibilità, sia pure per lavoro, di entrare in contatto con un salotto elegante, che, sulle note della musica, regalava grandi emozioni”. A quei tempi – ancora parole del Messia - non c’erano molte occasioni per avvicinare una fanciulla; in quel gioiello, complici la penombra e “Grazie dei fior”, la conquista era più facile, nonostante la presenza dei gendarmi: i genitori, che non staccavano mai gli occhi delle figlie. Le danze si aprivano alle 20 e terminavano a mezzanotte.
B.Messia e A.Rubino(foto Giovanni Rubino).
  In piedi vicino a una sagoma di luce un “arbiter elegantiarum” apriva il proprio libro: “La Rotonda non aveva alcunché da invidiare alla “Bussola” di Marina di Pietrasanta, fondata nel ’55 da Sergio Bernardini e diventata famosa a sua volta per i nomi famosi che vi si esibivano: Renato Carosone, Luciano Tavoli, Fabrizio De Andrè, Adriano Celentano, Ray Charles, Ella Fitzgerald, Giulietta Greco…”. Intanto il ciclone Rubino individuava e catturava personaggi, li interrogava come un professore di liceo agli esami di maturità; citava le orchestre che si alternarono, come quella del maestro Nasta di Taranto; e poi Carla Boni, che nel ’50 cantò con Gino Latina; e Gino Paoli nell’80. “Furono
anche  queste ugole a richiamare tanta gente in questo prestigioso locale di Martina”.
   Benvenuto assentiva con cenni del capo, mentre sfogliava “Puglia Press”. Francesco Lenoci sorrideva soddisfatto e di tanto in tanto scherzava con Memo Remigi, l’unico a non farsi strozzare dalla cravatta.
“Professore, come hai fatto a pubblicare tanti volumi alla tua giovane età?”. “E tu le tue canzoni, che hanno attraversato l’oceano?”.
Remigi canta con una ammiratrice

   Giunto il momento, Memo si è seduto al piano e ha iniziato il proprio repertorio. Ha anche imitato in modo superlativo le voci di altri cantanti, da Al Bano a Bobby Solo; rifatto Topo Gigio; sintetizzano brani della sua vita;  improvvisato battute e addirittura una canzone sul vino dell’amore “maturato alla luce dei tuoi occhi”. Ha anche cantato con una bella ragazza; reso omaggio all’amico Jimmy Fontana; fatto il ventriloquo. Ha lasciato un attimo la tastiera, è tornato fra il pubblico, complimentandosi per le acconciature bene architettate, per gli abiti, per i sorrisi, mentre Giovanni Rubino sparava i suoi “flash”. E’ poi tornato al pianoforte a far sognare.
Remigi attorniato dai fans
  Gli applausi sono esplosi soprattutto quando ha intonato “La notte dell’addio”, scelta da Battiato fra le 12 composizioni  più prestigiose per i 150 anni dell’Unità d’Italia. Grande Memo. Artista vero, gentiluomo. I fans lo hanno accerchiato, offrendogli carta e penna per gli autografi. 
  A mezzanotte Antonio Rubino ha annunciato il momento dei premi “La Rotonda 2016”. Destinatari il professor Matteo Pizzigallo, Benvenuto Messìa, Francesco Lenoci, la brillante Anna Gennari, “public relation” del vino, e anche il sottoscritto, più che soddisfatto di questa manifestazione indimenticabile, conclusasi con una grande torta, gustata sotto lo sguardo della luna, che è più bella vista da Martina.




A Franco PRESICCI il premio "La Rotonda 2016" 

La sera del 20 agosto è stato consegnato per la sua attività giornalistica, ma anche per l'amore che ha sempre dimostrato per Martina, dove è stato accolto fin da quando aveva 11 anni in un trullo sul Ghiancaro. 
C'era la guerra e dal piazzale si vedeva l'orizzonte fiammeggiare per le bombe che cadevano sulla sua Taranto. Quei giorni li ha descritti in racconti e filastrocche, alcune in dialetto tarantino.                          
La sera in cui anni fa, al Circolo della Stampa di Milano, Francesco Lenoci festeggiò i 700 anni di Martina, Presicci recitò una sua dichiarazione d'amore per la Città dei Trulli e del Festival, pubblicata anche su "Umanesimo della Pietra".













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